La doppia piramide alimentare è un modello di analisi ideato nel 2010 dalla fondazione “Barilla Center for Food and Nutrition (BCFN)” con lo scopo di sensibilizzare i consumatori in merito all’incidenza che le scelte alimentari hanno sull’ambiente. Tale modello affianca, infatti, la piramide ambientale a quella alimentare mostrando, così, la stretta correlazione che sussiste tra la salute dell’organismo umano e quella dell’ambiente.
Il life-cycle assessment (LCA)
La piramide ambientale nasce dalla valutazione dell’impatto che i prodotti presenti nella piramide alimentare hanno sul Pianeta.
Per valutare tale effetto si ricorre all’analisi del ciclo di vita (LCA), una metodologia che consente di valutare, quantificare ed interpretare le relazioni che intercorrono tra le azioni umane e l’ambiente, individuando le conseguenti forme di impatto. L’approccio LCA, anche detto “dalla culla alla tomba”, analizza, infatti, l’intero ciclo di vita di un oggetto, dall’acquisizione delle materie prime allo smaltimento dopo l’uso, includendo tutte le fasi di produzione, distribuzione ed utilizzo del bene.
Nell’analisi vengono impiegati tre indicatori:
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Carbon Footprint, indice della quantità di gas serra emessi in atmosfera
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Water Footprint, indice del consumo di acqua dolce consumata
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Ecological Footprint, indice dell’impiego di risorse naturali in riferimento alla capacità della terra di rigenerarle.
Struttura della doppia piramide
Da questa triplice analisi si ottiene una piramide ambientale la cui rappresentazione risulta capovolta rispetto a quella alimentare. Si nota, infatti, che in entrambi i casi l’ampiezza dei gradini è un indicatore di quantità a cui viene, però, associato un differente significato, motivo della disposizione dei due modelli.
Nella piramide alimentare i gradini più ampi racchiudono prodotti ad alto valore nutrizionale che devono, quindi, essere consumati in quantità elevate. Al contrario nella piramide ambientale i gradini più grandi contengono prodotti ad alto impatto ambientale che devono, dunque, essere consumati in quantità ridotte.
Dunque, nel vertice del triangolo, in basso, si collocano gli alimenti con minor impatto ambientale mentre nella base, in alto, si trovano quelli meno sostenibili. Affiancando le due piramidi si osserva, peraltro, che gli alimenti di cui è consigliato un consumo maggiore, quali frutta e verdura, sono generalmente anche quelli che hanno un impatto ambientale minore. Viceversa, gli alimenti per cui è raccomandato un consumo ridotto, come accade con la carne, sono quelli che hanno un maggiore impatto sul Pianeta.
Dalla disposizione degli alimenti emerge chiaramente la possibilità di far coincidere in un unico modello alimentare i due obiettivi di tutela della salute delle persone e delle risorse naturali. Pertanto, la duplice piramide permette a chiunque decida di assumere un atteggiamento responsabile, in termini di stile di vita alimentare, di conciliare il proprio benessere con quello dell’ambiente abitato.
I miti da sfatare
#1 Mito da sfatare
Oltre ad essere un’eccellente sintesi delle conoscenze acquisite da medici e nutrizionisti, il modello della doppia piramide è, dunque, un potente strumento di educazione al consumo. Tale schema è in grado di sfatare il mito secondo cui mangiare sostenibile implichi necessariamente sostenere maggiori costi.
Per raggiungere tale scopo il consumatore non è, infatti, obbligato ad acquistare prodotti biologici, venduti ad alto prezzo, ma piuttosto può sostenere uno sforzo maggiore in termini di tempo dedicato alla scelta degli alimenti. Mangiare sostenibile può significare, infatti, privilegiare i prodotti ad alto valore nutrizionale, quali pasta, legumi, vegetali e frutta, caratterizzati da un ridotto impatto ambientale ed un costo più contenuto.
#2 Mito da Sfatare
Un secondo mito da sfatare riguarda il consumo di carne ritenuto un prodotto da escludere dalla dieta in quanto dannoso per il corpo umano e per l’ambiente. Al riguardo un concetto di primaria importanza è rappresentato dalla Clessidra Ambientale, ottenuta dalla moltiplicazione dell’impatto che gli alimenti hanno sul pianeta, in termini di Carbon Footprint, e le rispettive quantità settimanali suggerite. Tale rappresentazione evidenzia che ogniqualvolta vengono seguite le quantità di consumo consigliate dal modello della Dieta Mediterranea, l’impatto medio settimanale della carne risulta allineato a quello degli altri alimenti, per i quali gli impatti unitari sono minori ma le quantità consumate maggiori. Di conseguenza il consumo di carne in giusta quantità non danneggia l’organismo umano, che necessita di almeno il 10-13% di grassi, e non comporta un aumento significativo dell’impatto che l’individuo ha sul Pianeta.
In generale, uno stile di vita sostenibile dovrebbe misurarsi sulla base di una molteplicità di parametri tra cui spicca per importanza la scelta dei beni alimentari. A tale riguardo, il modello della duplice piramide risulta essere un ottimo strumento in grado di educare l’uomo ad un giusto consumo di beni alimentari orientandolo, così, ad uno stile di vita sostenibile e salutare.
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