Il torrone è un vero e proprio must della stagione natalizia. Insieme al panettone, al pandoro, al panpepato, allo strudel ed a molti altri dolci, il torrone è immancabile sulle tavole imbandite degli italiani. In Italia, quasi ogni regione ha la sua variante di torrone, e c’è chi ne rivendica fortemente la paternità. Ma da dove venga e chi lo abbia inventato, rimane ancora un mistero.
La composizione, il gusto e la bontà del torrone, invece, sono i temi che tratteremo in questo breve articolo dedicato a questo dolce del Natale.
Composizione e valori nutrizionali del torrone
Il torrone classico è composto da una base di albume d’uovo, zucchero, miele e mandorle. A questi elementi possono essere aggiunti: arachidi, noci, pistacchi, nocciole tostate e molti altri tipi di frutta secca.
I torroni classici vengono ricoperti nel lato superiore ed inferiore da uno strato di ostia bianca, e l’aroma del dolce dipende principalmente dal tipo di miele utilizzato.
Essendo un prodotto molto vario nella sua composizione, i valori nutrizionali del torrone, purtroppo, non sono sempre gli stessi. Proprio per questo è bene controllare le etichette ed, in particolare, l’apporto calorico.
Considerando 100 grammi di torrone classico (alle mandorle), si possono stimare i seguenti valori nutrizionali:
- 92,39 g di carboidrati (di cui 83,33 g di zuccheri)
- 1,67 g di grassi
- 3,33 g di proteine
L’apporto calorico è piuttosto elevato e si aggira intorno alle 398 Kcal, a causa dell’elevata presenza di carboidrati, in particolare di zuccheri. E’ pertanto consigliabile farne un consumo moderato.
Le varietà di torrone
Esistono vari criteri per classificare i torroni.
La principale divisione è quella tra il torrone a pasta morbida e quello a pasta dura.
I due si differenziano per il tempo di cottura: il torrone morbido necessita di poche ore di cottura in forno, mentre quello duro può essere cotto fino a 12 ore in forno.
Un’altra distinzione è quella tra il torrone mandorlato e quello nocciolato, in base, appunto, all’utilizzo di mandorle tostate o di nocciole nella ricetta.
Oltre al torrone classico (ricoperto dall’ostia bianca), c’è anche il torrone al cioccolato, fondente o al latte. Questo vede l’interno sempre a base di mandorle o nocciole, e una golosa copertura al cioccolato.
Mandorle e nocciole non sono gli unici tipi di frutta secca utilizzati per la composizione del torrone. In Sicilia, ad esempio, viene utilizzato il pistacchio, in quanto elemento caratteristico regionale. In commercio si possono trovare anche altre varianti, come i torroni aromatizzati alla frutta candita, all’arancia, al limone, al caffè, alla vaniglia … insomma, proprio per tutti i gusti!
Le origini del torrone in Italia
Dolce molto antico, il termine “torrone”, deriva dal verbo latino torrere (tostare-abbrustolire), riferito proprio alla tostatura della frutta secca di cui è fatto.
Si dice che il torrone sia approdato nel Mediteranneo grazie ai commerci arabi. Proprio gli arabi, infatti, avrebbero esportato la ricetta del torrone dalla Cina (paese ricco di mandorle) per poi condividere tale sapere nei maggiori porti del Mediterraneo: Sicilia, Spagna e Cremona (grazie al porto fluviale sul Po).
In Italia diverse regioni e comuni rivendicano la paternità del torrone, prime fra tutte Cremona e Benevento.
Si narra che il torrone abbia fatto la sua prima comparsa a Cremona, il 25 ottobre del 1441, in occasione del matrimonio di Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. La forma del torrone cremonese originario riprodurrebbe le fattezze del Torrazzo (la torre campanaria della città), alla quale viene attribuita anche l’etimologia del nome.
A Benevento, invece, il torrone viene fatto risalire addirittura all’epoca dei sanniti (III-IV secolo a.C.), vantando così una tradizione secolare.
Le teorie sulle origini del torrone sono diverse e molteplici, ma non vi è certezza su una versione “ufficiale”.
Da Nord a Sud, il torrone, nelle sue varie forme e composizioni, domina la scena natalizia, e ne sono ghiotti grandi e bambini. Attenzione però, perché il torrone appartiene a quella categoria di leccornie che potremmo anche chiamare “bombe caloriche”… quindi divertitevi, ma non troppo!