Avete mai sentito parlare di agricoltura biodinamica? Pioniere di questo nuovo modo di vivere l’agricoltura è Rudolf Stainer, un filosofo austriaco che utilizza una scienza spirituale ideata da egli stesso – l’Antroposofia – per descrivere tutti gli aspetti della vita, e che ha introdotto, appunto, la nuova filosofia dell’agricoltura biodinamica, secondo la quale l’agricoltura è in sintonia con la natura, con la terra e con gli uomini.
Il metodo biodinamico si basa sul principio che le forze terrestri influenzano la crescita delle piante: gli agricoltori in base alle forze cosmiche attive in un determinato momento, possono scegliere quando seminare o piantare e quale tecnica di coltura utilizzare per il raccolto.
In altre parole, i seguaci di questa filosofia sostengono che direttamente (attraverso l’atmosfera) oppure indirettamente (attraverso acqua, humus e il calcio) i pianeti esercitano un’influenza su piante e animali.
Il marchio principale che si occupa di agricoltura biodinamica è “Demeter” introdotto già nel 1927. Non a caso Demeter (Demetra) è il nome della Dea greca della fertilità.
I fondamenti
La filosofia dell’agricoltura biodinamica si basa sul profondo legame con la natura e il rispetto dei suoi ritmi, portando l’abolizione dell’utilizzo di fertilizzanti sintetici e di pesticidi chimici, l’uso intensivo del compost, un’attenta gestione del terreno e il riconoscimento dell’importanza delle influenze cosmiche, seguendo i cicli in cui la natura è immersa.
La base ideale per creare un’unità biodinamica è l’azienda agricola con un allevamento di bestiame, i quali costituiscono un elemento importante di questo organismo, fornendo prezioso fertilizzante, da usare dopo il compostaggio per incrementare la vitalità del terreno.
Per la crescita delle piante utilizza due tipologie di preparati:
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da spruzzo, come il cornoletame e il cornosilice;
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da cumulo, derivati da sei piante officinali: achillea, camomilla, ortica, corteccia di quercia, tarassico, valeriana.
Il cornoletame viene allestito in autunno, riempiendo di letame bovino delle corna di una vacca che abbia partorito almeno una volta, le quali verranno tenute sottoterra fino alla primavera. Il contenuto (humus) verrà mescolato ad acqua e distribuito sul terreno e agisce positivamente sulla vita del terreno.
Il cornosilice, invece, viene allestito in primavera, riempiendo corna di vacca con cristalli di quarzo poi sotterrato fino all’autunno. Il preparato del cornosilice agisce rafforzando gli effetti della luce sulla pianta, stimolando la maturazione e una crescita sana. Viene utilizzato, mescolato con acqua, e spruzzato sulle foglie.
Bio-dinamico e Bio-logico
Spesso si fa confusione tra biologico e biodinamico, tendendo a utilizzarli quasi come sinonimi. Ma sono davvero tanto simili?
Sicuramente si tratta di due approcci che condividono alcuni valori di base, come:
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il rifiuto di utilizzare sostanze chimiche,
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la rotazione delle colture per sfruttare al meglio il terreno,
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l’attenzione all’ambiente
In realtà però, tra biologico e biodinamico c’è una netta differenza, soprattutto in termini di regolamentazione.
Il biologico ha una valenza legale differente rispetto al biodinamico. La certificazione biologica, infatti, è regolamentata da leggi italiane ed europee, con un apposito Regolamento che ne definisce i metodi di produzione e rende obbligatoria la certificazione dei prodotti.
Le colture biodinamiche, invece, non sono soggette a norme. La multinazionale tedesca Demeter detiene il marchio privato commerciale del biodinamico, ma non è una certificazione ufficiale regolamentata a livello europeo. La multinazionale tedesca ha imposto come presupposto che i prodotti siano in primo luogo biologici e successivamente biodinamici; negli ultimi anni, però, sono nate altre aziende private che utilizzano il marchio biodinamico senza che i prodotti siano riconosciuti come biologici.
Scienza e stato
Nonostante gli agricoltori che producono biodinamico sono convinti dei risultati, la comunità scientifica vede la biodinamica come una pratica più che altro “esoterica”. Infatti, non si dispone di abbastanza studi scientifici validi, e quei pochi studi disponibili non dimostrano come queste pratiche contribuiscono ad una resa maggiore o una qualità maggiore dei prodotti così coltivati.
A discostarsi da questa pratica è anche l’Accademia Nazionale di Agricoltura (ANA) che trova infondata l’equiparazione del biologico al biodinamico. Un disegno di legge che ne prevedeva l’equiparazione è stato definitivamente scartato nel febbraio 2022.
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